La scuola inclusiva ai tempi del Covid

La scuola inclusiva ai tempi del Covid.
The inclusive school in the time of covid.

Volume 1
Numero1
Anno II Gennaio/Giugno 2021
ISSN 2705-0351 (online)

Introduzione
La scuola inclusiva tra problemi e prospettive
Introduction
The inclusive school between problems and perspectives
di Paolina Mulè

La scuola inclusiva si genera attraverso un’adeguata formazione dell’insegnante inclusivo. Ne consegue, la centralità della formazione dell’insegnante inclusivo che deve lavorare in team con l’insegnante specializzato per una scuola più equa, inclusiva e giusta, evidenziando un profilo culturale e professionale di nuovo insegnante che debba essere proposto nei futuri corsi di laurea ma anche nei Corsi di formazione in servizio dei futuri insegnanti di qualsiasi ordine e grado di scuola, in quanto oggi l’insegnante, rispetto al passato, deve esprimere specifiche competenze organizzative che possano collegarlo meglio con il lavoro del dirigente scolastico (Cfr. Mulè, De Luca, Notti, 2019) e, anche, con il
grande tema ancora da esplorare compiutamente della “educazione alla genitorialità” (Pati, 2019). Il profilo dell’insegnante inclusivo rappresenta, quindi, un “centro di annodamento” di diversi interessi e prospettive culturali e politiche. Egli deve essere ora più che mai un professionista delle scienze dell’educazione, delle didattiche e delle metodologie e, soprattutto, un progettista della formazione unica e irripetibile di ogni studente e, soprattutto, deve esprimere specifiche competenze empatiche e di autoriflessione sulla propria professionalità e personalità (Cfr. Schon, 1999). Tale profilo culturale e rofessionale dell’insegnante inclusivo deve essere adattato al target di riferimento in base all’ordine e grado di scuola: Infanzia, Primaria, Secondaria di I e di II grado, superando una visione
individualista verso una comunitaria e cooperativa.
Da questa disamina e da questo numero della rivista emerge la necessità di un percorso formativo che integri, conoscenza, progettualità sul campo, la riflessione su di essa e l’analisi di pratiche. Ciò implica quindi un’attenta riflessione sulle basi disciplinari, sui contenuti specifici, sull’atteggiamento scientifico dell’insegnante, sulle azioni metodologico-didattiche, sulle modalità di valutazione per un’adeguata formazione iniziale ed in servizio degli insegnanti inclusivi dei diversi ambiti disciplinari, soprattutto ai tempi del Covid- 19 e post Covid- 19. Essenziale è, quindi, ridefinire il rapporto di comunicazione inteso come interazione, relazione e affettività: il rapporto insegnamento/apprendimento deve diventare un dialogo educativo, in cui il docente e gli alunni interagiscono al fine di realizzare un progetto comunicativo comune. In questa prospettiva, un ruolo centrale dovrà avere il Dirigente scolastico che dovrà addivenire il garante del processo d’inclusione a scuola e nelle classi attraverso un nuovo patto formativo nella scuola dell’autonomia tra insegnante inclusivo e specializzato attraverso la costruzione di spazi di incontro,
di confronto. Il dirigente scolastico oggi deve essere il mediatore tra la governance e la didattica, tra l’organizzazione gestionale della scuola e le varie istanze del mondo esterno. Questa mediazione, organizzativa e progettuale al tempo stesso è legata all’equilibrio tra govenance e didattica. La didattica intesa come gestione della contitolarità e collegialità degli insegnanti che devono progettare la formazione di tutti e di ciascuno in prospettiva bio-psicosociale, per il benessere esistenziale e migliorare la qualità della loro vita. In questa prospettiva l’insegnante con orientamento scientifico può definire nell’ambito delle trasformazioni del modello di scuola, un nuovo equilibrio epistemologico e culturale tra governance, didattica e, quindi, può determinare un concreto ripensamento della scuola dell’autonomia. L’insegnante inclusivo può diventare in futuro un “centro di annodamento” delle questioni più significative della scuola dell’autonomia e contribuire alla progettazione di una scuola……….

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Concluso il Webinar internazionale organizzato dall’Università degli Studi di Catania e dalla nostra rivista per celebrare la Giornata internazionale delle persone con disabilità: Il tema dell’incontro era centrato su: L’INCLUSIONE FORMATIVA E SOCIALE PER UNA SCUOLA PIÙ GIUSTA ED EQUA. QUESTIONI E PROSPETTIVE PEDAGOGICO-DIDATTICHE. L’incontro è stato introdotto dalla prof.ssa Paolina MULÈ (Università degli Studi di Catania) con una relazione su: IL DOCENTE PROMOTORE DELL’INCLUSIVE EDUCATION NELLA SCUOLA DELL’AUTONOMIA. Hanno relazionato Daniela GULISANO (Università degli Studi di Catania) su: IL PROGETTO DI VITA DELLO STUDENTE DISABILE TRA AGENCY E COSTRUZIONE DEL SÉ,
Alessio FABIANO (Università degli Studi della Basilicata) su INCLUSIONE E DIDATTICA DIGITALE. UN NODO CRUCIALE e le prof.sse C. DE LA ROSA CUBO e A. N. R. VELLISCA GUTIÉRREZ (Universidad de Valladolid) su : HUMANIDAD (ES) MÁS ALLÁ DEL AULA: INNOVACIÓN A TRAVÉS DE LA INCLUSIÓN Y LA TRANSFERENCIA DE CONOCIMIENTO.
Alla fine degli interventi si è dato spazio agli studenti e ai docenti (provenienti dalla Sicilia, dalla Calabria e dalla Basilicata) che hanno partecipato all’evento per condividere suggestioni e riflessioni.
Il Webinar è stata l’occasione per lanciare la rivista internazionale di riflessioni pedagogiche e didattiche EDUCRAZIA e che vede il coinvolgimento di studiosi ed esperti di fama nazionale ed internazionale legati alle tematiche della scuola e dell’inclusione.
Presto la rivista sarà presentata ufficialmente con una serie d’incontri.

EDUCRAZIA. Rivista di riflessioni pedagogiche e didattiche

Presentazione della rivista

Questa rivista mira a fornire piste di ricerca epistemologiche inerente il tema dell’Educazione democratica che consenta a tutti e a ciascuno di essere inclusi nei vari contesti educativi e sociali, seguendo il modello teorico dell’Inclusive Education, che è un vero e proprio atto di indirizzo in materia di istruzione e formazione a livello nazionale ed internazionale. L’idea di istituire questa rivista nasce, dopo aver riflettuto per tanti anni sulle emergenze educative e sociali, nonché sulla complessità e problematicità del processo formativo, che per poter essere indagato, sia a livello epistemologico che metodologico, necessita imprescindibilmente dell’utilizzo dell’approccio critico emancipativo e sistemico. Lo sfondo di riferimento è quello di fare leva su un sapere pedagogico e didattico, che deve ritornare a riflettere sulla propria identità epistemologicamente fondata, centrata sull’analisi teorica della struttura del sapere pedagogico e didattico e sulla indagine intorno aiprocessi formativi intenzionali o non intenzionali attraverso le scienze dell’educazione, le pedagogie speciali e la ricerca empirica. Si tratta di un sapere pedagogico e didattico, che si sviluppa nel e attraverso il presente non solo per analizzarlo, ma anche per trasformarlo in modo da offrire le condizioni per uno sviluppo emancipativo dei soggetti-persona in formazione, sia a livello personale che sociale. Pertanto, si evince che occorre sempre più analizzare e orientare il processo formativo in quanto, come sapere ibrido e interdisciplinare, che non è esclusivamente filosofico, psicologico, sociologico, etico, politico o religioso, può trovare nell’attività formativa il luogo privilegiato per una sua esplicazione e specifica autocomprensione.

In questa prospettiva, scopi principali della Rivista sono:• promuovere lo sviluppo della Ricerca Didattica  e Pedagogica secondo il modello dell’Inclusive Education;• elaborare approcci metodologici e strumenti di conoscenza per promuovere una società più inclusiva, equa e giusta attraverso il miglioramento della accessibilità e fruibilità dei luoghi;• presentare strategie didattiche e cognitive per la realizzazione di modelli tattili interattivi e di supporti di testi di facile leggibilità rivolti a soggetti/bambini disabili sensoriali, motori e intellettivi;• contribuire al dibattito nazionale e internazionale  sul modello didattico interdisciplinare inclusivo, che serve a potenziare l’offerta educativa e attivare welfare culturale;• promuovere un docente promotore dell’inclusione formativa e sociale;• disseminare i risultati della Ricerca Educativa in ambito universitario e scolastico con particolare riferimento alle problematiche della formazione e dell’insegnamento, in ottica inclusiva.

Prof.ssa Paolina Mulè – Direttore della Rivista

(Università degli Studi di Catania)

Primo numero della Rivista

VOLUME I

NUMERO 1

ANNO I Luglio/Dicembre 2020

ISSN 2705-0351 (online)

L’INCLUSIONE FORMATIVA E SOCIALE

PER UNA SCUOLA PIÙ GIUSTA ED EQUA. QUESTIONI E PROSPETTIVE PEDAGOGICO-DIDATTICHE

Educational and social inclusion for a fairer and fairer school. Pedagogical and educational issues and perspectives

Introduzione

L’inclusion Education: la via per il futuro

Introduction. Inclusion Education: the way to the future

Paolina Mulè

University of Catania

La letteratura scientifica ma anche i Congressi nazionale ed internazionali mostrano, negli ultimi venti anni, la necessità di chiarire il focus dell’educazione inclusiva, riflettendo su una riforma educativa più ampia, partendo da una agenda globale. In questa direzione si muove la nuova Agenda Europea sui Diritti delle Persone con disabilità 2020-2030 che ci mostra l’elenco di leggi, programmi e azioni che guideranno appunto per i prossimi dieci anni le politiche dell’Unione in tema di diritti delle persone con disabilità, coincidendo con una serie di impegni precisi, da perseguire con adeguate risorse. E in previsione di tale fondamentale passaggio, il Forum Europeo sulla Disabilità ha elaborato un documento contenente tutte le istanze da perseguire, a breve e lunga scadenza per evitare qualsiasi forma di discriminazione che purtroppo sono ancora presenti a livello planetario. Ciò implica la necessità di riflette ancora una volta sui processi d’apprendimento e d’insegnamento, sulle competenze del docente inclusivo, sulle pratiche didattiche inclusive, sulle strategie di intervento nei vari contesti scolastici e non, secondo il modello teorico dell’Inclusive Education, che diventa un vero e proprio atto di indirizzo per tutti gli operatori educativi e sociali in materia di istruzione e formazione.

Lungo questa direzione si muove il contributo di Paolina Mulè, la quale «prendendo in prestito i quattro pilastri dell’educazione di Delors, riflette su alcune competenze essenziali che il docente deve possedere: il sapere, che si riferisce alla competenza disciplinare; il saper fare riguarda la competenza didattica intesa come padronanza metodologica nell’ambito della didattica generale e nella didattica disciplinare. Il saper stare insieme che chiama in causa la competenza relazionale intesa come padronanza nella gestione e controllo di dinamiche di comunicazione e socializzazione non solo in classe con gli studenti ma anche con i colleghi. Il saper essere che richiama la competenza deontologica volta a tutelare i soggetti educandus unici, singolare ed irripetibili. Il saper essere e il saper stare insieme sono pilastri essenziali che consentono al docente di attivare una riflessione continua sulla sua professionalità fondata su un’analisi retrospettiva della propria identità, sulle proprie aspettative, sulle proprie necessità di formazione, sul suo riconoscimento sociale ed educativo, nonché deve imparare a collaborare con gli altri colleghi, superando così quell’isolamento professionale centrato sull’idea che un  docente debba risolvere i problemi didattici, educativi e formativi di tutti e di ciascuno da solo. Ecco l’urgenza di promuovere un docente promotore dell’inclusione formativa e sociale, che sappia attivare lo sviluppo personale e sociale di tutti e di ciascuno all’interno del team teaching del Consiglio di classe» (Ivi, p. 9)

Il saggio di Giuseppe Spadafora «cerca di chiarire il concetto di inclusione attraverso l’ipotesi dell’inclusione sostenibile della disabilità. L’inclusione sostenibile della disabilità potrebbe essere un nuovo paradigma per evidenziare lo sviluppo delle potenzialità inespresse del disabile, come la migliore espressione del principio di equità» (Ivi, p. 25). Mentre l’articolo di Daniela Gulisano mostra il passaggio essenziale dalla invisibilità alla visibilità, precisando che l’«appropriarsi della propria adultità, del proprio progetto di vita è un modo per ri-conoscere la realtà, dare ordine al mondo e alla propria speciale normalità. Una scuola inclusiva stimola gli apprendimenti e nello stesso tempo pone l’accento sull’agency dello studente disabile, affinché possa indirizzarsi ad elaborare un proprio capacitante che gli consenta di inserirsi nella realtà in cui vive e di scoprire e sviluppare la propria identità in continua evoluzione. A tal fine, in questo contributo l’Autrice analizza gli elementi fondamentali che costituiscono la realizzazione di un progetto di vita capacitante dello studente disabile e le azioni che ne consentano la piena realizzazione» (Ivi, p. 33). Il contributo di Alessio Fabiano analizza «l’importanza di un incontro tra didattica digitale e didattica tradizionale anche in chiave inclusiva. La scuola deve essere il luogo privilegiato per l’incontro tra digitale e analogico e questo può avvenire attraverso un’educazione all’utilizzo responsabile e consapevole degli strumenti digitali che fanno oramai parte del quotidiano attraverso una partnership educativa che coinvolga necessariamente la scuola e la famiglia. Partendo dal ruolo della didattica digitale in relazione alla disabilità, si cercherà di approfondire tale rapporto all’interno della scuola inclusiva dell’autonomia. A partire, dai riferimenti normativi più recenti, dal rapporto tra inclusione e didattica digitale, si cercherà di sviluppare l’idea della necessità di utilizzare le nuove tecnologie per attuare quella sinergia vincente per la scuola di tutti e di ciascuno. All’interno dell’odierna società dell’informazione e della conoscenza, gli studenti con disabilità e bisogni educativi speciali sono tra i gruppi che con maggiore probabilità incontreranno ostacoli nell’accesso e nell’utilizzo delle nuove tecnologie. L’obiettivo fondamentale dell’utilizzo delle nuove tecnologie didattiche per studenti con disabilità e bisogni speciali è quello di promuovere l’equità nelle opportunità educative, l’uso delle nuove tecnologie non fine a sé stesso, ma mezzo per sostenere le opportunità di apprendimento di tutti gli individui» (Ivi, p. 42). Leonard J. Waks nel suo articolo, partendo dalle opere di John Dewey School and Society e Democracy and Education, analizza come «i nuovi strumenti digitali e Internet possano migliorare il pensiero nell’educazione sperimentale di Dewey. Questa impresa richiederà innanzitutto una definizione delle idee educative di Dewey. Come ha notato Joseph Schwab (1959), l’approccio sperimentale di Dewey è stato spesso frainteso, travisato e applicato male: “La maggior parte di ciò che è stato detto da e per gli educatori nel nome di Dewey consisteva in ombre distorte e immagini sfocate della dottrina originale. ” La situazione non è migliorata da allora (Boostrom, 2106). Quindi, prima di passare al pensiero e alle tecnologie digitali, è necessario un resoconto delle caratteristiche principali dell’approccio sperimentale di Dewey» (Ivi, p. 52). Il saggio di Dergacheva Irina Vladimirovna descrive «i principi dell’insegnamento inclusivo delle lingue straniere alle persone con disabilità visive, finalizzato a migliorare il processo di adattamento dell’ambiente di apprendimento per la piena integrazione delle persone disabili. L’apprendimento di una lingua straniera comporta anche la socializzazione dei non vedenti e dei non vedenti in un istituto scolastico, l’adattamento alla vita dell’istituto scolastico e dei suoi metodi di lavoro e l’ulteriore socializzazione nella società» (Ivi, p. 74). Il saggio collettaneo redatto da Cristina De la Rosa Cubo, Ana Isabel Martín Ferreira, Victoria Recio Muñoz e Nelia Rosa Vellisca Gutiérrez pone l’accento sul trasferimento della conoscenza e lo sviluppo di strategie inclusive che sono alcune delle sfide dell’Università del XXI secolo, poiché il ruolo di educatore dei cittadini lungo tutta la vita è essenziale in una società in cambiamento e globalizzata come questa in cui viviamo. In questo senso, le scienze umane rappresentano un ottimo veicolo per la trasmissione di valori democratici come la solidarietà, l’equità e la giustizia sociale. Il Progetto Innovazione Didattica Itinera, redatto da  un gruppo interdisciplinare di docenti di diverse università e di diversi ordini e gradi di istruzione, sviluppa da anni diverse attività formative finalizzate all’insegnamento delle lingue classiche e alla promozione delle discipline umanistiche come agenti di trasformazione sociale. In questo paper vengono analizzate alcune di queste attività svolte negli anni precedenti e vengono presentati i nuovi progetti che verranno affrontati nell’anno accademico 2020-2021» (Ivi, p. 83)